Fotocamere Nikon
Regola dei terzi: utilità e praticità con le fotocamere Nikon
© Photo Credits: Dino del Vescovo
La regola dei terzi è forse la più nota e versatile tecnica compositiva della fotografia, apprezzata e usata sia da amatori sia da professionisti. Antica di secoli, trova radici già nella pittura rinascimentale ed è tuttora uno dei primi strumenti insegnati nelle scuole di fotografia, grazie alla sua semplicità e alla sua efficacia nel rendere più dinamiche e coinvolgenti le immagini.
Ma che cos’è, esattamente, la regola dei terzi nella fotografia? Immaginate il mirino (o il display) della vostra fotocamera Nikon diviso in nove quadrati uguali, formati da due linee verticali e due orizzontali che si intersecano. Questi incroci, chiamati punti di forza o punti focali (da non confondere perà con i punti AF), sono le zone dove lo sguardo dello spettatore tende naturalmente a posarsi. Posizionare il soggetto principale o elementi importanti lungo queste linee o sui loro punti di intersezione genera una composizione più dinamica rispetto a una collocazione centrale, stimolando l’occhio a esplorare l’intera fotografia.
Le moderne fotocamere Nikon, sia reflex come la celebre Nikon D850 che mirrorless della serie Z come le Nikon Z8 e Z9 (modelli al vertice della collezione FX) o la più compatta Nikon Z50II (in formato DX), offrono diverse possibilità. Riproducono (attivandola nel menu) direttamente nel mirino elettronico o nello schermo LCD una pratica griglia che aiuta i fotografi nell’applicare questa regola con naturalezza e precisione. Nikon consente di visualizzare due tipi di griglia: la classica 3×3 che divide la scena in 9 settori uguali e la più evoluta 4×4 che la divide in 16 settori uguali. Con la griglia sovrapposta al mirino o al display posteriore è molto più facile, in fase di composizione dell’inquadratura, posizionare gli elementi desiderati lungo le linee o i punti di forza. Modelli citati a parte, è bene ricordare che questa opzione è presente su tutte le fotocamere Nikon.

Nikon Z8
Menu di scelta del tipo di griglia nella Nikon Z8. Oltre alle modalità 3×3 e 4×4, è possibile sovrapporre linee che definiscano un’area quadrata (1:1) o nei rapporti 5:4 e 16:9.
Regola dei terzi: esempi
Ad esempio, nella fotografia di paesaggio, collocare l’orizzonte lungo una delle linee orizzontali enfatizza il cielo o il terreno, creando equilibri visivi molto diversi. Una Nikon Z7II, con la sua elevata risoluzione, è perfetta per evidenziare queste sottili differenze compositive, mostrando dettagli nitidi sia nel cielo che nel terreno. Si pensi a un tramonto in montagna: posizionando l’orizzonte sulla linea inferiore, si dà enfasi al cielo ricco di colori, mentre posizionandolo sulla linea superiore si valorizza la texture del paesaggio.

© Photo Credits: Dino del Vescovo
Regola dei terzi nei panorami
Un semplice tramonto sul mare può acquisire più dinamismo se le linee presenti nell’inquadratura seguono la regola dei terzi (vedi il sole e il riflesso dei suoi raggi sulla superficie dell’acqua).
Nel ritratto o nella fotografia di architettura, invece, gli occhi del soggetto o particolari elementi antropici sono idealmente posizionati in uno dei punti di forza superiori della griglia. Un volto o un monumento decentrati creano tensione positiva nell’immagine. Come avviene frequentemente con la Nikon D780, una reflex che abbina la qualità di immagine alla precisione compositiva offerta dal mirino ottico dotato di griglia integrata. Questo metodo non solo enfatizza il soggetto principale, ma crea anche uno spazio negativo utile per aggiungere dettagli di contesto, come uno sfondo ambientale o altri elementi narrativi che arricchiscono la storia raccontata dalla fotografia.

© Photo Credits: Dino del Vescovo
Regola dei terzi nella fotografia urbana
Quando nella composizione rientrano più elementi architettonici importanti, è bene posizionarli lungo le linee o nei punti di forza del reticolo 3×3. Nel caso specifico (siamo in Piazza della Repubblica a Belgrado), abbiamo posizionato nei due punti focali superiori il monumento equestre al Principe Mihailo Obrenović e la cupola principale del Museo Nazionale di Serbia.
Regola dei terzi: foto still life
In fotografia la regola dei terzi si applica a ogni soggetto. Nello still life, consente di distribuire gli elementi in modo più armonioso e interessante. Oggetti quotidiani fotografati con una Nikon Z50 o Nikon Z50II, grazie alla loro versatilità e compattezza, possono acquisire nuova vita compositiva semplicemente spostandoli su uno dei punti di forza o lungo una delle linee guida della griglia. Pensate, ad esempio, a un semplice orologio: collocare uno degli elementi principali (il centro delle lancette) in corrispondenza di un punto di forza crea un contrasto visivo che attrae e guida lo sguardo attraverso l’immagine.
La regola terzi è inoltre preziosa nella fotografia d’azione o sportiva, dove il soggetto in movimento può essere posizionato su una linea di forza per accentuare la sensazione dinamica e dare più spazio nella direzione verso cui si muove. Con la velocità di autofocus e le prestazioni elevate di fotocamere come la Nikon D6 o la Nikon Z9, catturare momenti decisivi e comporli secondo questa regola diventa più semplice e perspicuo.

© Photo Credits: Dino del Vescovo
Regola dei terzi nella fotografia di still life
Posizionare il fulcro delle lancette delle ore e dei minuti nel centro dell’immagine avrebbe reso il tutto più banale. Per dare dinamismo alla composizione abbiamo preferito collocarlo nel punto di forza inferiore sinistro.
A scuola dai maestri
Per approfondire e padroneggiare meglio questa tecnica, consigliamo di osservare attentamente le opere di grandi fotografi come Henri Cartier-Bresson o Steve McCurry, analizzando come abbiano usato, rispettato o volutamente ignorato la regola e verificare come fotografia, regola dei terzi e creatività debbano sempre bilanciarsi.
Un’altra utile pratica è recuperare vecchie fotografie, provando a rielaborarle digitalmente con strumenti come Photoshop, Lightroom o Nikon NX Studio, applicando questa regola per scoprire nuovi modi di vedere e valorizzare le proprie immagini. Gli strumenti di ritaglio mostrano sempre il quadrante diviso in terzi, secondo lo schema: due linee verticali visualizzate a un terzo e a due terzi della lunghezza dell’inquadratura e da due linee orizzontali a un terzo dalla parte superiore dell’inquadratura e a un terzo dalla parte inferiore dell’inquadratura
Questi esercizi sono molto più utili che digitare compulsivamente “regola terzi fotografia” sui motori di ricerca.
In conclusione, la regola dei terzi rimane una pietra miliare della composizione fotografica, un punto di partenza essenziale per chiunque desideri trasformare semplici scatti in immagini coinvolgenti, dinamiche e di grande impatto visivo, aprendo le porte a una sperimentazione creativa continua.

© Photo Credits: Dino del Vescovo
Stabilità e armonia
Una scultura di bellezza simile a quella del David di Michelangelo (5,20 m di altezza) può non “sottostare” alla regola dei terzi.
Rompere la regola? Si può
Tuttavia, non bisogna pensare che regola dei terzi e foto siano un binomio assoluto e inscindibile: una volta padroneggiata, ogni regola dell’arte può essere infranta deliberatamente per ottenere effetti diversi o per valorizzare soggetti simmetrici, come accade spesso nelle fotografie architettoniche e di oggetti artistici di grande pregio. Infatti, la composizione simmetrica può creare una sensazione di equilibrio e quiete molto efficace, specialmente quando si desidera comunicare stabilità o armonia assoluta. Ne sono esempi sculture (vedi il David di Michelangelo, presso La Galleria dell’Accademia di Firenze, in foto) e dettagli di monumenti (vedi il particolare della facciata della Cattedrale Metropolitana di Santa Maria del Fiore – Duomo di Firenze).

© Photo Credits: Dino del Vescovo
Rispetto della simmetria
La posizione delle sculture (San Pietro e San Giovanni Apostolo) poste ai lati della Madonna con Bambino in trono), suggerisce di posizionare quest’ultima nel quadrante centrale formato dal reticolo 3×3.
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