Torna il libro “Viaggio in Italia” di Luigi Ghirri: lezione anche per fotografi famosi

© Foto Credits: Luigi Ghirri

C’è un’Italia che si dispiega in silenzi, geometrie impensabili e dettagli che sfuggirebbero a uno sguardo distratto. È l’Italia di Luigi Ghirri (1943-1992), un paese visto attraverso lenti nuove, lontane dai cliché della cartolina turistica e restituito con una fotografia capace di interrogarsi e di interrogarci. La recente ristampa del libro fotografico “Viaggio in Italia”, a cura di Quodlibet, non è semplicemente un omaggio a questo maestro, tra i più grandi fotografi italiani e non, ma anche la conferma di quanto il suo sguardo sia ancora attuale, influente e necessario.

Luigi Ghirri: una svolta nella fotografia italiana

Pubblicato per la prima volta nel 1984, “Viaggio in Italia” non è solo una raccolta di immagini, ma un vero e proprio manifesto estetico. Nato dall’esigenza di ridefinire il modo di guardare il paesaggio italiano, il progetto nacque con il sodalizio di numerosi fotografi importanti, tra cui Olivo Barbieri, Guido Guidi, Claude Novi, Vittore Fossati (suo lo struggente scatto intitolato “Oviglio”), Mimmo Jodice e Gabriele Basilico. Ghirri, con la sua visione concettuale e poetica, volle costruire un ritratto del paese che fosse autentico, ma nello stesso tempo onirico e profondo, sottraendolo alla retorica dell’iconografia classica.

Viaggio in Italia

Quodibet, 2024

Come ha scritto Camillo Langone, critico d’arte ed editorialista per Il Foglio, l’opera di Ghirri «fu, soprattutto, reinvenzione della Val Padana. Prima di Ghirri la Bassa visivamente non esisteva: a quale pittore, a quale fotografo sarebbe mai venuto in mente di scegliere come soggetto un canale di Roncocesi? Per lui, e per il suo grande sodale Guido Guidi, fotografare significa abitare»

Il risultato di quella intuizione, si ritrova in questo volume che ha rivoluzionato il linguaggio fotografico italiano, aprendo la strada a un’intera generazione di autori.

L’esposizione di Bari e la nascita di un movimento

Parallelamente alla pubblicazione del libro, nel 1984 si tenne nella Pinacoteca Provinciale di Bari una mostra omonima, che sancì definitivamente la nascita di un nuovo approccio alla fotografia di paesaggio. L’esposizione fu una sorta di dichiarazione d’intenti: non più un’Italia idealizzata, ma un paese reale, fatto di periferie, insegne sbiadite, palazzi anonimi e spazi urbani silenziosi. Fu un evento che cambiò la percezione della fotografia in Italia, influenzando non solo i contemporanei, ma anche le generazioni successive, facendo breccia tra i migliori fotografi del mondo.

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Un’eredità che continua a “parlare”

Oggi, con la ristampa di “Viaggio in Italia”, torniamo a confrontarci con quell’intuizione straordinaria. I fotografi migliori che seguirono Luigi Ghirri – da Giovanni Chiaramonte a Vincenzo Castella – hanno sviluppato la sua lezione, continuando a esplorare il rapporto tra paesaggio e memoria, tra realtà e rappresentazione. Ma al centro di tutto rimane la lezione più importante: la fotografia non è mai solo tecnica, ma soprattutto sguardo. È una lezione che accomuna tutti i fotografi più famosi al mondo, declinata da ciascuno con la propria sensibilità.

In un’epoca in cui le immagini sono onnipresenti e il rischio di superficialità è altissimo, Ghirri ci insegna ancora una volta che il vero strumento dei migliori fotografi non è la macchina, ma gli occhi.
Saper vedere è ciò che distingue un’istantanea qualsiasi da un’opera d’arte. E “Viaggio in Italia”, a distanza di quarant’anni, continua a insegnarci proprio questo. Le immagini che possono candidarvi tra i fotografi che hanno fatto la storia, o più modestamente tra i fotografi più bravi, o più semplicemente tra gli artisti, non si trovano necessariamente in qualche remoto angolo esotico, nelle capitali più celebrate o sul fronte della grande Storia. A volte, si affacciano dalla finestra più vicina a noi. E Viaggio in Italia non dovrebbe mancare nella biblioteca degli appassionati, catalogato sotto la voce “grande fotografo”, termine forse abusato, ma non in questo caso.

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